giovedì 22 aprile 2010

NON SOLO LINGUE: IN PIAZZA S'IMPARA E LE FIABE/OMBRE CINESI!

Cosa c’è di nuovo in piazza?
Uno spettacolo di ombre cinesi che accompagna una fiaba proveniente dalla lontana Cina, e la decora dei suoi ideogrammi con l’arte calligrafica di un saggio maestro: Mao Wen.
Domenica 18 aprile, in effetti, bambini e famiglie partecipanti ad “In piazza s’impara” hanno percorso una strada che congiunge il nostro occidente con l’oriente, per ascoltare la lettura di una fiaba della tradizione cinese, animata da una forma di teatro molto antica: le ombre cinesi appunto. La partnership avviata con il Museo del Cinema di Torino, curatore dello spettacolo, ci consente di entrare nell’antico fervore artistico di una delle comunità più presenti sul territorio di Porta Palazzo: quella cinese.
La fiaba è un avvicinamento alla lettura, all’ascolto e alla mentalizzazione per gli studenti più piccini di “In piazza s’impara”. Domenica, attratti da quest’esperienza, circa 10 bambini accompagnati dai loro genitori, hanno colorato il nostro progetto.
Facciamo due chiacchiere con Sabina De Petris che cura per noi i laboratori dedicati alle fiabe.

Sabina, oltre che essere un'insegnante elementare, pensi e realizzi anche dei laboratori dedicati ai bambini e legati al mondo delle fiabe.
Fiabe rumene, cinesi, arabe, cingalesi e quant'altro.
Che tipo di contesto hai trovato a Porta Palazzo e come hai dovuto ri-adattare il tuo laboratorio ad luogo "aperto" per antonomasia, quale è piazza della Repubblica?

Portare i laboratori sulle fiabe in piazza è stata da subito una bella sfida, perché si tratta di un contesto molto diverso da quello in cui di solito li avevo proposti, cioè una scuola o una biblioteca. E’ un contesto informale in cui ho dovuto mettermi in gioco perché ogni volta non sapevo quanti bambini sarebbero stati presenti e di quale età, quindi le attività programmate devono essere anche flessibili, cioè si devono adattare al contesto che ogni singola fiaba viene ad avere. Il momento che segue l’ascolto della lettura è dedicato alla costruzione di un oggetto e qui, la cosa più bella, è stata la partecipazione dei genitori, tra cui molti papà, che si sono prestati volentieri a tagliare e incollare con i loro figli. La presenza dei genitori è stata molto bella e anche il fatto che si prestassero a dare una mano, si fermassero a chiedere copie dei disegni da portare a casa. Un’ultima cosa molto interessante è stato mantenere in piazza l’uso di un tappeto sul quale tutti possono sedersi per ascoltare e disegnare; può sembrare strano stare su un tappeto in piazza, dove di solito la gente passa per il mercato settimanale.

In che modo pensi che l'ascolto di una fiaba cinese, l'avvicinamento alla scrittura basata su ideogrammi e l'animazione attraverso le ombre cinesi del Museo del Cinema possano educare? E, soprattutto, a cosa educano?

L’ascolto di fiabe in lingue diverse, anche quelle che non si capiscono, sono un modo eccellente per educare all’ascolto e abituare, grandi e piccoli, alle varietà linguistiche e culturali che ci circondano e alle quali troppo spesso non badiamo,in un mondo che tende sempre più a diventare globale sotto tutti i punti di vista, scoprire l’importanza delle differenze è prezioso e ricco. L’uso delle ombre cinesi ha ulteriormente coinvolto gli spettatori, con semplicità ma in modo molto diretto, ha consentito di calarsi di più nella fiaba e nel racconto, di scoprire un’arte così antica, in modo semplice e, nello stesso tempo, molto efficace. I bambini hanno anche provato a muovere le ombre, a costruirne loro stessi e questo non credo lo dimenticheranno, costituirà una parte del loro bagaglio di conoscenza, d’ora in poi. Sia l’arte delle ombre cinesi che la scrittura di caratteri cinesi è un’educazione anche alla pazienza nel fare, alla lentezza e alla bellezza, tutti elementi che spesso non abbiamo più tempo di coltivare, sia da adulti che da bambini. Credo che , ancora una volta, la piazza sia stata, in questo senso, un veicolo molto importante di conoscenze nuove per i più piccoli o di riscoperta per i più grandi.

Grazie Sabina!

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