lunedì 1 marzo 2010

"PRIMO MARZO 2010, UNA GIORNATA SENZA DI NOI"

Il Progetto the Gate ha chiesto a Ilda Curti, Assessore alle Politiche per l'integrazione, un commento alla giornata "Primo Marzo 2010, una giornata senza di noi": una grande manifestazione non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società.

Lasciamo spazio al commento di Ilda Curti
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""Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l'uguaglianza per motivi di razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve" W. Faulkner

Vivere nel mondo di oggi, in Italia e a Torino, e continuare a contrapporre un “noi” definito e omogeneo ad un “loro” altrettanto definito ed omogeneo è davvero come vivere in Alaska ed essere contro la neve.
La realtà nella quale siamo immersi è molto più matura, capace e attenta alle sfumature di quanto non venga raccontato. Eppure il racconto semplificato, brutale e fosco trasforma la realtà producendo fratture, conflitti, violenze che rendono semplicemente più barbaro e triste il nostro stare insieme, il nostro continuo cercare soluzioni e risposte alla fatica della coabitazione. Perché coabitare è faticoso, ha bisogno di tempo e di lavoro collettivo.
Non integrazione: coabitazione e interazione nella pluralità. Non si aiuta la coabitazione stabilendo, continuamente, la gerarchia di chi ha accesso ai diritti, negandoli ad alcuni per fingere di garantirli agli altri.
L’imbarbarimento della vita civile si vede negli sguardi, nella paura, nella diffidenza, nelle parole che volano nei tram, nei luoghi di lavoro, nelle sale d’aspetto degli ospedali.
Non ci sono vincitori e vinti: siamo tutti sconfitti se passa l’idea che la società, le persone, gli individui non abbiano la forza, l’energia e l’intelligenza di costruire modalità, equilibri, intrecci che costituiscono il tessuto connettivo del nostro vivere insieme. Se passa l'idea che i diritti non siano universali, uguali e per tutti sconfiggiamo l'idea stessa di democrazia per la quale un'intera generazione si è sacrificata.
Il nostro tessuto connettivo: di tutti gli abitanti delle città, dei vicini di casa, degli ambulanti al mercato, dei panettieri sotto l’angolo, dei compagni di scuola, dei colleghi di lavoro, dei clienti dei bar. Nostro, di tutti. Da qualsiasi parte del mondo veniamo. Qualunque sia la lingua con cui sogniamo di notte, qualsiasi sia la canzone che ci fa piangere di nostalgia, quale che sia il futuro che stiamo costruendo per i nostri figli.
Viviamo nella neve, che ci piaccia o no.
Sta a noi fare in modo che nella neve non ci sia qualcuno che muore di freddo, qualcun’altro che scivola a terra senza che nessuno lo aiuti a rialzarsi. Sta a noi fare in modo che nella neve ci sia anche la possibilità di scaldarsi, di fare due chiacchiere, di cambiarsi le calze inzuppate, di cantare insieme le canzoni di montagna, di darsi la mano quando ci sono i lastroni di ghiaccio che fanno inciampare.

Buon 1 marzo a tutti, che sia l’inizio del disgelo."

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