venerdì 20 novembre 2009

MEDIAZIONE DEI CONFLITTI: INTERVISTA A RITA VITTORI

Quattro domande a Rita Vittori sulla mediazione dei conflitti
Rita Vittori è una delle formatrici del Centro Studi Sereno Regis che conduce gli incontri sulla mediazione dei conflitti. Con lei abbiamo avuto questo colloquio…
Qual è per te il senso di questo percorso formativo?
Il senso, per i partecipanti, è quello di recuperare le competenze nella creazione di relazioni significative all’interno della propria comunità di appartenenza e diventare elementi attivi nella capacità di affrontare i piccoli conflitti. La risoluzione dei piccoli conflitti, quelli che sono alla portata di tutti, è ciò che consente al tessuto sociale di reggere i conflitti più grandi.
E’ importante ricreare questo tessuto di appartenenza, l’ordito che permette di elaborare soluzioni anche a conflitti più grossi: soluzioni che non siano esclusivamente basate sul senso di paura che porta le persone a chiudersi e a reagire in maniera aggressiva ai problemi.
Occorre una capacità di reagire collettivamente ai conflitti ed è necessario darsi uno spazio e un tempo per la soluzione dei problemi, in modo che questa non venga delegata esclusivamente alle forze dell’ordine o alle istituzioni.
Quale può essere il ruolo dei cittadini nella mediazione dei conflitti sociali?
Occorre ristabilire quelle capacità di risoluzione dei conflitti che una volta appartenevano alla comunità e non erano delegate all’esterno. Queste capacità vanno ricostruite per permettere ai legami sociali di non infrangersi; in questo modo un quartiere sente di avere gli strumenti per affrontare i conflitti (che in una convivenza ci sono e in una convivenza interculturale ancora di più) senza arrivare alla rottura delle relazioni. I partecipanti sono cittadini che hanno voglia di ritrovarsi per affrontare insieme i problemi riconoscendo che da soli non si possono trovare soluzioni: hanno un obiettivo comune che è quello di stare meglio a Porta Palazzo.
Ci parli un po’ del gruppo di formazione?
Sono persone molto disponibili e motivate sia al confronto con gli altri che a farsi coinvolgere. E’ bello e interessante che ci siano persone che appartengono a generazioni diverse. E’ stato espresso il bisogno di trovare un luogo dove poter creare relazioni tra persone che appartengono allo stesso quartiere e che ne percepiscono sia la problematicità che la bellezza. Sono persone che hanno voglia di impegnarsi per il futuro.
Cosa ti piace di Porta Palazzo?
Gli odori, i sapori e i colori. Passo sempre a Piedi a Porta Palazzo e respiro una dimensione mondiale che non vivo da altre parti. Quando attraversi Porta Palazzo ti sembra di vivere in una città molto europea. E’ un quartiere dove si avvertono molte energie.

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